La storia delle culle ninna ho - ninna ho safe mother safe child

Storia

Dalle origini alla ruota degli esposti, dalla culla per la vita alle culle ninna ho. L’abbandono di figli non voluti è sempre stata una pratica diffusa in tutte le epoche e presso tutte le popolazioni. I bambini, in particolare i neonati, erano considerati come oggetti. Alcune non ne permettevano l’uccisione, però consentivano di abbandonare o vendere i figli illegittimi. Altre consentivano l’abbandono e l’infanticidio.

Alle origini

Dal pre IV secolo al 500 d.C.

Popolazioni antiche – pre IV secolo
L’abbandono di figli non voluti è sempre stata una pratica diffusa in tutte le epoche e presso tutte le popolazioni. I bambini, in particolare i neonati, erano considerati come oggetti. Alcune non ne permettevano l’uccisione, però consentivano di abbandonare o vendere i figli illeggittimi. Altre consentivano l’abbandono e l’infanticidio.
Roma antica – “columna lactaria”
Nell’antica Roma, il neonato non riconosciuto veniva esposto in pubblico presso la “columna lactaria” dove moriva se non veniva prima tratto in salvo da chi poi l’avrebbe ridotto in schiavitù. Di qui il termine “esposizione” divenuto sinonimo di “abbandono”; come pure di “esposto”, sinonimo di “abbandonato”, e successivamente di figlio illegittimo non riconosciuto da entrambi i genitori.
Avvento del Cristianesimo – IV secolo
Le cose cambiarono con l’avvento del Cristianesimo nel IV secolo quando cominciò a farsi strada l’idea di una difesa e protezione dell’infanzia. Nel 315 Costantino emanò una legge affinchè, delle risorse incamerate con le tasse, fossero reperiti in fondi per soccorrere i bambini abbandonati o i figli di genitori indigenti. Tre anni dopo nel 318 sanciva anche la pena di morte per chi avesse praticato l’infanticidio. Ciò nonostante i genitori erano autorizzati a vendere i propri figli. Valentiniano e Valente dichiararono omicida chiunque uccideva un bambino, e vietarono l’esposizione. Verso il 370 d.C. sorsero in Medio Oriente le “Case di Dio” per orfani ed abbandonati; in Occidente invece il primo ospizio istituto per neonati abbandonati fu il Xenodochio, fondato a Milano nel 787 dall’arciprete Dateo.
Concilio Ecumenico – 500 d.C.
Nel 500 d.C., l’abbandono venne equiparato all’infanticidio. Nel frattempo il Cristianesimo, anche in forza del primo Concilio Ecumenico, aveva dato inizio ai primi brefotrofi.

La Ruota degli Esposti

Da fine XII secolo al 1923

La Ruota degli Esposti – fine XII sec.
La comparsa della prima “Ruota degli Esposti” avvenne in Francia alla fine del XII secolo. Questo semplice congegno, ideato appositamente per nascondere all’accettante il portatore di un neonato, consisteva in un cilindro in legno nella cui cavità, attraverso un’apertura, veniva riposto il bambino. Situato verticalmente nel vano di una finestra prospicente la strada, ruotava su di un perno, la persona addetta all’accettazione, cosidetta “rotara”, avvisata dal campanello, faceva girare l’apertura e accoglieva il neonato senza poter vedere nulla.
Il futuro del bambino e la prima assistenza sociale
In seguito il bimbo veniva battezzato e iscritto al registro della casa: solitamente, il nome scelto corrispondeva al santo del giorno mentre, tra i cognomi, i più frequenti erano: Esposito (perchè il bambino sarebbe stato esposto a chi lo avrebbe poi adottato), Diotallevi, Diotiguardi, Innocenti, Genito. La ruota degli esposti era concepita dalle famiglie povere come una forma assistenziale che veniva offerta alla società.
La prima ruota in Italia – 1198
Secondo la tradizione, in Italia la prima “ruota” comparve nel 1198 quando Papa Innocenzo III, turbato nei suoi sogni dalla ricorrente visione di cadaverini imprigionati nelle reti dei pescatori del Tevere, decise che gli esposti venissero accolti presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia, da lui istituito.
1200 ruote – 1800
Nel nostro paese, nella seconda metà del 1800, se ne contavano addirittura 1200. Esistevano non solo in ogni Istituto centrale degli Esposti del capoluogo di provincia, ma anche presso le sue succursali: piccoli ospizi momentanei che successivamente inviavano gli ospiti alla sede centrale.
Chiusura delle ruote in Francia – 1845
Nel 1845 in Francia, a seguito della discussione messa in atto da due schieramenti, abolizionisti ed antiabolizionisti, prevalsero i primi e si iniziò la chiusura delle ruote.
Chiusura delle ruote in Italia – 1865
In Italia l’aumento degli esposti, veramente impressionante, venne preso in considerazione successivamente alla Francia. Erano circa 40.000 i neonati abbandonati ogni anno in tutto il paese: un numero che i brefotrofi non riuscirono più a gestire e che, assieme alla convinzione che l’istituzione della ruota avesse reso più facili e leggittimi gli abbandoni, portò all’abolizione della ruota con la legge del 1865, che venne applicata in tempi diversi nelle diverse provincie.
Regolamento generale per il servizio di assistenza agli Esposti – 1923
Le ruote furono infine tutte soppresse ufficialmente nel 1923 con il “Regolamento generale per il servizio di assistenza agli Esposti” del primo governo Mussolini.

La culla per la vita

Dal 1992 al 2012

Diritto della donna e riapertura del dibattito sulla necessità di riattivare la ruota – 1992
Allo scopo di prevenire ed evitare gli infanticidi e gli abbandoni, la vigente normativa italiana consente alla donna il diritto a partorire in anonimato, a non riconoscere il proprio figlio, ad essere assistita e non essere giudicata. La crescita nella coscienza sociale ha riaperto il dibattito sulla necessità di riattivare l’antico strumento, suscitando pareri e commenti contrastanti, culminati nella proposta della sua riattivazione da parte del Movimento per la Vita di Casale Monferrato nel maggio 1992.
Culla per la vita – 1995
Dal 1995 iniziano a diffondersi in quasi tutte le regioni accanto a istituzioni religiose le cosidette culle per la vita, versione moderna dell’antica ruota, ad opera di diverse associazioni con la collaborazione degli assessori alla sanità.
Policlinico Casilino di Roma – 2006
Nel 2006 il Policlinico Casilino di Roma è il primo ospedale a rendere disponibile questo strumento a tutte quelle donne che non possono o non vogliono, per motivi più disparati, percorrere l’iter che la legge italiana consente: cioè il diritto a partorire in ospedale nel più completo anonimato e in sicurezza.
Culle ninna ho – 2008
E’ stata inaugurata il 5 novembre a Napoli presso l’Azienda Opedaliera Universitaria Federico II la prima culla termica ninna ho e, a seguire, la seconda il 17 dicembre a Varese presso l’Ospedale Materno Infantile Del Ponte.
Culla ninna ho – 2010
E’ stata inaugurata il 20 dicembre a Parma presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria la terza culla ninna ho.
Culle ninna ho – 2012
L’8 marzo è stata inaugurata la culla termica ninna ho presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova e il 18 dicembre un’altra presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze.

Storia

Alle origini

Popolazioni antiche – pre IV secolo

Roma antica – “columna lactaria”

Avvento del Cristianesimo – IV secolo

Concilio Ecumenico – 500 d.C.

La Ruota degli Esposti

La Ruota degli Esposti – fine XII sec.

Il futuro del bambino e la prima assistenza sociale

La prima ruota in Italia – 1198

1200 ruote – 1800

Chiusura delle ruote in Francia – 1845

Chiusura delle ruote in Italia – 1865

Regolamento generale per il servizio di assistenza agli Esposti – 1923

La culla per la vita

Diritto della donna e riapertura del dibattito sulla necessità di riattivare la ruota – 1992

Culla per la vita – 1995

Policlinico Casilino di Roma – 2006

Culle ninna ho – 2008

Culla ninna ho – 2010

Culle ninna ho – 2012

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