Neonato abbandonato a Terni. Il progetto ninna ho tutela la salute di mamma e bambino, promuovendo la conoscenza del parto anonimo in ospedale
Un neonato è stato trovato senza vita nei pressi di un supermercato di Terni: secondo l’autopsia, al momento dell’abbandono, era ancora vivo e potrebbe essere deceduto per asfissia. La madre, 27 anni, ha confessato di aver partorito in casa e di aver abbandonato il figlio a causa di problemi economici.
A fronte di questi tragici fatti di cronaca, è ancora più importante e attuale la mission del progettonazionale ninna ho, il cui obiettivo è quello di diffondere la vigente normativa italiana (DPR 396/2000) che consente a tutte le donne in difficoltà economica, psicologica o sociale, di poterpartorire in anonimato e sicurezza, per se stesse e per il nascituro, presso qualsiasi ospedale italiano; anche senza riconoscere il figlio.
ninna ho nasce nel 2008 ed è il primo progetto nazionale della Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e del Network KPMG in Italia contro l’abbandono neonatale, che ha ricevuto il Patrocinio del Ministero della Salute, della Società Italiana di Neonatologia (SIN) e della Società Italiana di Pediatria (SIP).Inoltre, ninna ho, attraverso l’installazione di culle termiche, posizionate in un luogo facilmente raggiungibile di alcuni ospedali italiani, intende offrire un’alternativa alle madri che, per gravi motivi, arrivano alla dolorosa scelta di separarsi dal proprio bambino. In tal senso, le culle ninna horappresentano un aiuto per scongiurare gesti disperati come quello avvenuto a Terni e salvare vite umane più deboli e indifese, come quelle dei neonati.
«Il progetto ninna ho è nato proprio con l’obiettivo di ridurre e arginare questo grave fenomeno, attraverso l’informazione sulla possibilità consentita dalla legge italiana di partorire in anonimato e, se la madre è in grave disagio, di lasciare in ospedale il neonato che verrà affidato a una nuova famiglia. Ogni donna può ricorrere alle strutture pubbliche e avvalersi del diritto all’anonimato e vivere l’ospedale come “luogo amico”», hanno dichiarato i due Partner del progetto: Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus e Giovanni Rebay, Partner del network KPMG in Italia.